PESTE- effetti demografici

Si ritiene che, nel trecento, in Europa, sia scomparso un terzo della popolazione (stimate 75/80 milioni di persone), a causa della peste. Questa terribile malattia colpì ripetutamente in varie ondate mantenendo la popolazione europea in declino per tutto il XIV secolo.

In Italia colpì le città in modo disomogeneo; risparmiò Milano probabilmente grazie all’autorità dei Visconti che imposero rigide limitazioni agli spostamenti sul territorio di merci e di persone (analogie con il Covid-19). La grande città Lombarda fu graziata anche dalla presenza di grandi zone rurali poste intorno alla metropoli, che divennero rifugio di molti.

Si può affermare che, come per tutte le pandemie, l’indice di mortalità, risultò più alto nelle aree fittamente popolate.

Il numero degli europei cessò di calare solo nei primi decenni del XV Secolo e ce ne vollero molti altri prima che la popolazione ritornasse alla densità precedente alla pandemia.

COVID- effetti demografici

La pandemia di Covid-19 ha colpito gravemente la demografia mondiale.

In Italia, ad esempio, nel periodo Gennaio-Agosto 2020, si è registrato un incremento di mortalità dell’8,6% rispetto alla media tra il 2015-2019.

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid preoccupa molto i giovani tra i 18 e i 34 anni, che si sono trovati, durante il lockdown, a riflettere sulla scelta di formare o meno una famiglia.

La discesa demografica a Bergamo

I mesi di Marzo/Aprile/Maggio 2020 hanno messo a durissima prova la città di Bergamo, dove sono stati registrati oltre 600 decessi in più rispetto alla media tra il 2010-2019.

La causa di questa elevata mortalità è da attribuirsi al Covid-19.

Nella città lombarda preoccupa molto anche il calo della natalità registrato dall’inizio della pandemia quando nei sei anni precedenti era stata sempre crescente.

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