Se da un lato alcune persone presentano i sintomi, più o meno gravi, del Covid-19, dall’altro c’è chi non si accorge neanche di essere stato infettato ed è dunque asintomatico. Come scoprire quindi se si ha un’infezione da Sars-CoV-2 in corso oppure no?

L’unico modo per avere la certezza di essere stati contagiati dal virus è ottenere un risultato positivo al tampone molecolare o faringeo. Questa procedura consiste nel prelevare, con l’aiuto di un tampone di cotone attaccato a un bastoncino, un campione di muco dalla mucosa della faringe passando per il naso oppure per la gola. Per verificare la presenza del virus, il campione prelevato viene poi portato in un laboratorio specializzato, per essere trattato con appositi detergenti in modo tale da inattivare il virus ed evitare che possa contagiare gli operatori. Successivamente, si procede all’estrazione del genoma virale e alla sua amplificazione mediante una tecnica chiamata RT-PCR, che permette di amplificare l’RNA eventualmente presente nel campione anche in piccole tracce.

Dopo aver eseguito un tampone, esistono due diverse tipologie di test (antigenici e salivari) che permettono di verificare se il paziente, nel momento in cui viene effettuato il test, è positivo al virus. I test antigenici hanno lo scopo di ricercare gli antigeni virali, cioè delle proteine espresse sulla superficie della particella virale. Questi antigeni sono specifici del virus e, se rinvenuti, identificano quindi un’infezione in atto. I test salivari, offrono invece una versatilità maggiore, in quanto agevolano e velocizzano la fase di prelievo del campione: la raccolta della saliva non richiede infatti un tampone faringeo e può essere eseguita in autonomia dal singolo paziente. L’analisi vera e propria, che rileva la presenza di materiale genetico del virus, deve comunque essere eseguita da personale esperto in laboratorio. Al momento tuttavia non esistono ancora test salivari validati. In entrambi i casi comunque il responso del test può essere disponibile dopo circa 6 ore dal prelievo. 

Se non è possibile effettuare il tampone, un’ulteriore modalità che permette di verificare la positività al Covid-19 consiste nell’effettuare test sierologici, basati sulla ricerca di anticorpi specifici prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta all’incontro con il coronavirus. Questi test vanno alla ricerca di due tipi specifici di anticorpi: le IgM, che si formano nelle fasi precoci della malattia e scompaiono qualche settimana dopo la guarigione, e le IgG, che si sviluppano circa due settimane dopo la comparsa dei primi sintomi e rimangono in circolo nel nostro corpo molto più a lungo. I test sierologici, che  normalmente vengono eseguiti con un prelievo di sangue seguito dall’analisi in laboratorio, possono essere di due tipi: rapidi (forniscono un risultato qualitativo -si/no- e vengono eseguiti su una goccia di sangue prelevata da un polpastrello, perciò sono meno affidabili) oppure classici (forniscono un risultato quantitativo corrispondente al numero di anticorpi presenti nel nostro corpo). Ricordiamo comunque che l’interpretazione finale dei dati deve tener conto non solo del risultato in sé, ma anche della storia clinica del paziente; i soli test sierologici dunque non sono sufficienti come test diagnostici.

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