È noto che pandemie, catastrofi naturali o altri eventi di crisi rappresentino una minaccia per la salute mentale. Recenti studi di revisione hanno riscontrato l’impatto negativo costante di COVID-19 sulla salute mentale, con il 16-18% dei partecipanti che mostrano sintomi di ansia e depressione. Le prime evidenze indicano che i soggetti più esposti al rischio di sviluppare problemi di salute mentale sono le donne, i giovani, chi soffre di disturbi del sonno, chi aveva uno stato di salute già precario o chi ha parenti con COVID-19. Invece, i pazienti con disturbi psichiatrici preesistenti hanno riferito di un peggioramento dei sintomi psichiatrici. Tutti noi possiamo fare qualcosa nel nostro quotidiano per proteggerci. Questa pandemia ci dà l’opportunità di pensare che prevenzione e salute vogliono dire anche e soprattutto benessere emotivo.

Una pandemia può generare un forte disagio emozionale perché:

  • è un evento traumatico;
  • provoca dei cambiamenti nelle abitudini;
  • produce un senso di fragilità e incertezza;
  • produce cambiamenti fisiologici e sociali, ad esempio del ritmo sonno-veglia e il divieto di incontrarsi.

Secondo uno studio scientifico che si è avvalso di un questionario online, a cui hanno partecipato 2400 persone, promosso dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, guidato dal Prof. Giampaolo Perna e coordinato dalla dott.ssa Daniela Caldirola, per valutare l’impatto della pandemia da COVID-19 sulla salute e il benessere mentale della popolazione italiana e mondiale è emerso che:

  • La maggioranza delle persone non aveva contratto il COVID.
  • Una parte consistente degli intervistati ha lamentato un peggioramento nei rapporti con il partner o con i figli.
  • Il 50% dei lavoratori ha riportato un incremento nella fatica percepita durante lo svolgimento della propria attività lavorativa,
  • Il 70% circa degli studenti ha dichiarato una sensibile diminuzione della concentrazione nello studio.              
  • Riguardo agli stili di vita, il 7-8 % degli intervistati ha aumentato il consumo di alcolici o di nicotina, oppure ha iniziato a farne uso.
  • Il 90% degli intervistati ha riportato di avere in qualche misura paura di infettarsi, circa il 77% aveva paura di poter infettare in qualche modo altre persone.
  • Circa il 14% degli intervistati ha iniziato ad assumere ansiolitici o sonniferi e il 10% ha iniziato ad assumere antidepressivi, mentre il 19% di chi già li assumeva prima della pandemia ha avuto necessità di incrementarne il dosaggio.
  • Infine, il 55% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto insonnia.

Alcuni consigli sono:

  • Rimanere sufficientemente informati, senza esagerare;
  • Adottare le misure di prevenzione.

Inoltre bisogna ricordare che solo alcune persone avranno bisogno di un riferimento per la valutazione e una vera e propria cura nell’ambito delle risorse per la salute mentale; molte altre potranno beneficiare di interventi di sostegno volti a promuovere il benessere e a migliorare la gestione della crisi e del quotidiano.

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